Il 27 giugno 2018, presso l’Hotel Genio di Torino, il convegno dal titolo “La Rete Bianca, il futuro del cattolicesimo politico” rappresenta la prima uscita pubblica del neonato movimento promosso in Piemonte da Mauro Carmagnola, Giampiero Leo e Giorgio Merlo.
Non si poteva restare immobili dopo l’appello estivo del cardinale Bassetti che invita i cattolici non solo ad impegnarsi in politica, ma chiedeva il superamento di quella frattura tra quelli impegnati sul fronte della vita e quelli maggiormente sensibili alle istanze del sociale.
Nel corso dell’incontro, Giorgio Merlo, ha aperto i lavori affermando che le elezioni politiche del 4 marzo hanno segnato uno spartiacque: sono finiti i partiti plurali (Pd e FI) e, pur nel disorientamento alimentato dai gruppi personali e populisti, è possibile pronosticare un ritorno di partiti fondati su una cultura politica ed un metodo democratico, in qualche misura identitaria e compatibili con le esperienze del Novecento.
Giampiero Leo, secondo relatore dell’incontro, ha sottolineato l’importanza dell’unità dei cattolici democratici anche in una condizione di minoranza, pena il venir meno di un’educazione alla politica e dal discernimento con conseguenze non soltanto interne e domestiche, come si evince dalle condizioni della convivenza democratica ad esempio in Africa, Cina e Venezuela.
Secondo Franco Campia il recente invito del cardinal Bassetti è giunto imprevisto, anche perché seguiva analoghi appelli rimasti senza successo, ma richiede un rinnovato e consapevole contributo culturale sui temi, per esempio dell’ambiente e della finanza internazionale, equiparando le questioni della vita con quelle dell’accoglienza e proponendo forme di partito o di movimento aperte.
Don Ermis Segatti ha tracciato un parallelismo tra questioni scientifiche e vicende storiche del movimento cattolico descrivendo l’ormai superata categorizzazione dei temi sociali e politici operata dalla sinistra storica così come dai liberali tradizionali.
Infine Guido Bodrato ha sostiene che, come proposto da padre Sorge, la ricomposizione dell’area cattolica sarà possibile solo a condizione di un superamento culturale dell’attuale stagione.
Sul tavolo degli avvenimenti, oltre alla globalizzazione e alla rivoluzione digitale, due temi incombono: la difficoltà delle giovani generazioni a confrontarsi con il passato e la questione democratica come occasione per dare un volto umano al liberismo.
Le conclusioni di Mauro Carmagnola hanno evidenziano l’impossibilità di comprimere la presenza cattolico-democratica all’interno di contenitori estranei alla sua specificità storica e culturale: un’esperienza troppo importante e significativa per poter trovare un appagamento in casa altrui.
Solo il futuro potrà dire se queste indicazioni e, in un certo modo, anche la neo-nata esperienza di Rete Bianca sapranno tradursi in azione ed organizzazione.